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Intrattenimento: musica, cinema, arte,rime, storia

Ricordi – 3- IL GIOCO DEL SILENZIO di Moony Witcher

Ho un ricordo nitido della mia infanzia. Anche dei primissimi anni.
Scene, rumori e profumi che ancor oggi mi tengono compagnia.
Dieci brevi racconti che ora dedico a tutti coloro
che nel “Tempo del Coronavirus” possono leggere in pochi minuti.

Ricordi 3 Il gioco del silenzio di Moony WitcherAlberi altissimi, margherite sbocciate tra l’erba e una vasca di sabbia. La scuola materna era una casa immersa in un grande parco affacciato sulla laguna veneziana. La meraviglia incantava gli occhi ingenui che al primo impatto non lacrimavano. Ma i pianti disperati scoppiavano subito dopo, sulla soglia della porta. Le piccole mani non volevano lasciare quelle delle mamme.
Io feci lo stesso. Un pianto convulso che fece tremare persino le vetrate. La bidella gentile sorrideva porgendo una caramella alla frutta per zuccherare la disperazione. Il volto di mia madre sparì lasciando spazio ai primi passi verso l’aula ricca di scarabocchi. I disegni erano appesi alle pareti come trofei di un’infanzia che celava ombre nere e pungenti. La disciplina, stare in fila per due, non mettersi le dita nel naso, alzare la mano se scappava la pipì. Prime regole che preparavano alla scuola elementare. Tre anni di “Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra. Tutti giù per terra!” di filastrocche e canzoncine cantate in coro. Anni che scorsero veloci, così come in fretta si accorciava il grembiulino e i calzettoni slabbrati scendevano alle caviglie.
Certo, il teatrino delle marionette rallegrava i pomeriggi più uggiosi e in primavera si usciva correndo per raggiungere la vasca di sabbia per costruire vaghi castelli e torri sbilenche. Le risate si sommavano al profumo delle mele che ogni bambina aveva nel cestino della merenda. Il cestino era un pezzo di casa. Un pezzo di mamma che ti rimaneva accanto.
Ricordo perfettamente che nell’armadietto che mi avevano assegnato era disegnata una caffettiera. Chissà perché! Avrei voluto un altro marchio che distinguesse la mia presenza e segnalasse quale era il luogo dove deporre cappotto e sciarpa. Mi sarebbe piaciuto un pupazzo o una stella. Forse sarà per questo che iniziai a fantasticare per modificare la realtà che mi circondava.
I giochi e le capriole cancellavano a lontananza da casa ma non sempre il chiasso era accettato. Anzi, c’era una maestra che lo puniva! Che lo annientava.
Era una donna secca secca, con il naso a punta e i capelli neri. Aveva le sembianze di uno di quei scarabocchi che disegnavamo. Non aveva una forma morbida. Umana. Anzi, di umano non aveva proprio nulla. Era tanto diversa dalla direttrice della scuola materna che aveva un sorriso dolce come la panna.
La maestra dal naso a punta chiudeva a chiave la porta dell’aula, in tal modo nemmeno le bidelle potevano entrare. Poi ci ordinava di rimanere sedute sulle panche addossate al muro.
“State composte! Immobili e zitte!”, ordinava tenendo una lunga bacchetta in mano.
Il Gioco del Silenzio era il peggior gioco che dovevamo fare. Bisognava accettarlo senza capirne la ragione.
“Mani congiunte! Girate solo i pollici. E non parlate!”, era il secondo ordine.
Vicine, con le scarpe che toccavano il pavimento, i respiri sottili e gli occhi che cercavano altri sguardi persi nel grigiore dei pomeriggi. Mille pensieri attraversavano la mia mente e il corpo protestava. Stare ferma per troppi minuti era impossibile. E poi, il girar dei pollici era davvero noioso.
E così, finivo per essere punita. Avevo trasgredito la regola del silenzio perché ridacchiavo con la mia compagna vicina.
La punizione era sconcertante. Terribile più del silenzio.
Messa al centro dell’aula, mentre tutti gli altri bambini guardavano attoniti, dovevo togliermi il grembiule, la gonna, la maglietta…e tutto il resto. La nudità che ritenevo condizione normalissima diventò uno scandalo da coprire. La vergogna entrò in me e ci vollero tanti e tanti anni per potermi liberare da quel perfido Gioco del Silenzio.

Ricordi – 2 – GRANELLI DI SABBIA di Moony Witcher

Ho un ricordo nitido della mia infanzia. Anche dei primissimi anni.
Scene, rumori e profumi che ancor oggi mi tengono compagnia.
Dieci brevi racconti che ora dedico a tutti coloro
che nel “Tempo del Coronavirus” possono leggere in pochi minuti.

Ricordi 2 - Granelli di sabbia di Moony WitcherFaceva caldo e da poco eravamo tornati ad abitare nell’Isola della Giudecca. Questa volta l’appartamento era ben più grande di quello del Dolo e dalle finestre vedevo passare i vaporetti e le navi sul canale che divide l’isola della Giudecca dal centro storico.
Dal terzo piano osservavo benissimo Palazzo Ducale, la Riva di San Zaccaria e San Marco. Spesso soffermavo lo sguardo su una statua dorata, l’Angelo che sostava inesorabilmente sulla Punta della Salute. Un panorama unico al mondo!
Ma quello che mi entusiasmava tantissimo era la cameretta. Sì, una cameretta tutta per me, con il letto e l’armadio. I miei genitori potevano dormire tranquilli nella loro stanza, piuttosto ampia e ariosa tant’è che mio padre, preso da un’insolita allegria, si era finalmente tagliato la barba!
La cucina era ben ammobiliata e nel salotto regnava un divano verde, un tavolo tondo, due poltrone e una libreria stracolma di enciclopedie, volumi di politica, di economia e storia. Alcuni libri erano piuttosto consumati e altri nuovi di zecca che si alternavano a scartoffie e documenti.
Da giorni mia madre preparava asciugamani, borse con saponette impacchettate accanto ad un rastrello viola, una paletta rossa e un secchiello bianco. Addirittura avevo ricevuto in regalo un cappellino di paglia e un costume da bagno color pesca.
Era luglio e avevo 3 anni.
Seduta sulle ginocchia di mio padre ascoltavo curiosa il suo racconto sulla bellezza delle conchiglie e di quanto era grande il mare: «Non è come il Canale della Giudecca che vedi dalla finestra e non è neppure come la laguna. E’ molto ma molto più grande».
Non riuscivo ad immaginare la vastità e la profondità dell’acqua, eppure l’idea di trovarmi di fronte a quel luogo sconosciuto alimentava la mia curiosità. Era la prima volta che i miei genitori mi portavano in spiaggia, al Lido di Venezia e l’ansia di vedere il mare riempiva i sogni della notte. Ed ero ancor più agitata nel sapere che i miei genitori avevano prenotato una capanna. Già, a Venezia, le cabine della spiaggia si chiamano così. Sono piccole casette di legno, patio e tavolo con quattro sedie. Ebbene, giunti all’ingresso dello stabilimento balneare, affollato di mamme con bambini piccoli come me, giovanotti abbronzati e signorine dai grandi occhiali da sole, non volli più camminare. I granelli di sabbia mi terrorizzavano! E la spiegazione che in realtà erano conchiglie frantumate dal tempo non cambiò la mia opinione. I granelli di sabbia mi facevano schifo!
Mia madre insisteva dicendo che dovevo andare avanti e raggiungere la capanna ma io, con le scarpe immerse nella sabbia, ero rimasta immobile. I granelli mi davano un fastidio enorme e non sapevo come toglierli e pulire i piedi che ai miei occhi si erano sporcati fin troppo. Iniziai a strillare come una sirena. Bocca spalancata, occhi chiusi e lacrimoni densi di paura.
Mio padre, allibito, si innervosì parecchio. Mi prese in braccio mentre il pianto continuava incessante. Solo sulla battigia, davanti all’immensità dell’acqua, smisi di frignare. I piedi calciarono le onde e la sabbia bagnata diventò per me una materia morbida dove affondare le mani e il sedere!

Ricordi – 1 – PENTOLE PER TERRA di Moony Witcher

Ho un ricordo nitido della mia infanzia. Anche dei primissimi anni.
Scene, rumori e profumi che ancor oggi mi tengono compagnia.
Dieci brevi racconti che ora dedico a tutti coloro
che nel “Tempo del Coronavirus” possono leggere in pochi minuti.

Copertina di Ricordi 1 - pentole per terra di Moony WitcherLe pentole per terra, in mano un mestolo di legno e sotto il sedere un cartone come cuscino. Alle soglie del 1960 avevo poco più di 2 anni e accanto a me c’era sempre Laika, una dolcissima cagnetta di razza Spinone. Pelo marrone, coda in movimento, muso bianco e occhi che parlavano di sentimenti incondizionati. Lei era la mia guardia. Non potevo arrampicarmi sulle sedie, Laika arrivava con il suo scodinzolare e bastava la sua presenza per farmi desistere. E se cadevo potevo contare sul morbido appoggio della sua pancia rotonda.
Tutto succedeva in cucina, anche perché erano solo due le stanze utilizzabili, oltre al minuscolo bagno con doccia e piastrelle verdi pisello. L’altra stanza vivibile era la camera da letto, dove, accanto a quello matrimoniale, dondolava una larga culla dentro la quale mi addormentavo rannicchiata. Sono stata sempre piccolina per la mia età e dunque la culla andava ancora benissimo.
Mia madre aveva sempre il sorriso che illuminava il volto nonostante la scarsità di mobilio e mancanza di ciò che ora mi pare indispensabile. Eppure la donna che mi ha donato la vita appese sulla porta d’ingresso un pezzo di legno sul quale aveva inciso “Casa dolce casa”. Lo aveva fatto sicuramente perché era ottimista e forte dell’amore che la legava allo sposo barbuto, scelto dopo un lungo fidanzamento.
Eravamo finiti in quel minuscolo appartamento a pianoterra. Lo volle mio padre. Infatti ci aveva traslocato temporaneamente dall’Isola della Giudecca a Dolo, nell’entroterra lagunare. Doveva fare comizi e vivere almeno un anno per organizzare riunioni mirate all’elezione del sindaco. Questo lo ricordo abbastanza bene perché le frequentazioni dei miei genitori avvenivano sempre in contesti dove il vociare di uomini e donne si alternava a risate e promesse per costruire un mondo migliore.
Di giochi non ne avevo molti anche se la famiglia che abitava al piano di sopra ci aveva fatto un regalo: la radio! Mia madre l’ascoltava intonando canzoni melodiche e la musica accompagnava il borbottio del sugo al pomodoro.
La cucina era dunque il luogo dove tutto diventava possibile, anche giocare.
Un vecchio mestolo di legno, pentole sbeccate , coperchi ammaccati e un colino storto. Picchiare a ritmo sul pentolame bastava per divertirmi.
Laika sopportava il trambusto standosene accucciata con gli occhi chiusi. Per me quelle pentole rappresentavano non solo oggetti per fare rumore ma diventavano elmi luminosi, cavalli sui quali viaggiare lontano brandendo il mestolo come una lancia altissima e colorata. Tinte di un arcobaleno che sognavo di avere

L’incantevole musica di Arianna per Nina ci fa sognare nuovamente

Arianna Ferrara pezzo musicale su Youtube intitolato Sragazer or Guardando alle Stelle e dedicato a Nina la bambina della Sesta Luna

Arianna Ferrara (qui per il suo canale YouTube) è una musicista e compositrice di estremo talento che già nel 2014 aveva graziato con le sue note musicali il blog. Ogni volta rimaniamo a bocca aperta ad ascoltare le melodie che Arianna ci dona. La passione di Arianna traspira da ogni nota con il pezzo Guardando alle Stelle (ora Stargazer), dedicato a Nina ed in particolare al primo romanzo della serie,  e ci porta in un modo magico, dolce, migliore.

Arianna è cresciuta da allora e ci propone una versione rivista e migliorata del suo pezzo, con il supporto di Moony, che è diventata amica e sostenitrice della giovane compositrice.
Come la stessa Arianna spiega,

“Questa colonna sonora completamente rivista è dedicata al primo libro di questa meravigliosa saga fantasy che, sebbene dedicata all’infanzia, consiglio a tutte le persone giovani o meno giovani, in quanto racconta una storia che mira a farci pensare. Lo fa parlando direttamente al cuore e questo è sicuramente un ottimo libro per tutti i sognatori che hanno bisogno di volare per vivere.” (Tradotto dall’originale in inglese)

 

Oggi e domani, Play Festival del Gioco a Modena

Play Festival del Gioco di ModenaArriviamo un po’ in ritardo nel condividere questo evento ma siamo comunque in tempo per coloro che si trovano nella zona del modenese. In questo week end, infatti, si tiene Play, il Festival del Gioco di Modena, che attrae gli appassionati di ludica e non solo con anche eventi dedicati ai libri, al teatro e tanto altro. Alcune informazioni utili:

Dove

Play si svolge nel quartiere fieristico di Modena, nei Padiglioni A, B, C, E, F, oltre agli stand esterni e le sale ai piani superiori: in tutto oltre 22000 mq coperti. ModenaFiere è facilmente raggiungibile dalla città e da fuori, trovandosi nelle adiacenze del casello autostradale Modena Nord. Sabato e domenica, un servizio di navette gratuite collegherà il quartiere fieristico, la stazione ferroviaria e il Teatro delle Passioni.

Programma

Clicca per il programma completo del Festival

Orari

Sabato 6 Aprile dalle 9 alle 20
Domenica 7 Aprile dalle 9 alle 19

Biglietti

Ingresso Giornaliero Bambini 4-10 ann: 4 euro
Ingresso Giornaliero Adulti: 15 euro

Festival del Fumetto: 2 e 3 febbraio a Milano


Per gli amanti del fumetto e dei comics, iniziamo il 2019 con uno dei primi festival dedicati a questo mondo.
Il Festival del Fumetto di Milano Novegro si terrà settimana prossima, il 2 e 3 febbraio 2019 a Milano al parco esposizioni Novegro.
Si tratta dell’annuale salone del fumetto e del gioco che comprende comics, gadgets, action figures, videogames, cosplay, il raduno nazionale di Harry Potter, ludica, fantasy, e altro.
Per maggiori informazioni su come raggiungere il festival o sull’acquisto dei biglietti, qui il link al sito web https://www.festivaldelfumetto.com.
Anche se Moony non sarà personalmente presente, questo festival è un’ottima occasione per immergersi nel mondo del fantastico e scoprire nuovi autori a cui appassionarsi.

Notizie: #Giffoni2018 – 48° edizione: 20/28 luglio 2018


Anche quest anno Giffoni Film Festival torna ricco di incontri, masterclass, musica, films, street fest e tanto altro. Con un programma intenso, dal 20 al 28 luglio 2018 il Festival saprà incontrare i gusti più disparati. Dedicato interamente ai ragazzi di diverse fasce d’età, Giffoni da anni ormai raccoglie eccellenze da tutto il mondo, dedicandosi all’arricchimento culturale giovanile. Pertanto, se vi trovate nelle vicinanze di Salerno non fatevi scappare l’edizione 2018!

Per ulteriori informazioni, visitate il sito www.giffonifilmfestival.it