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Incontrando Marta Dionisio nello specchio di Beatrice.

Un viaggio nel tempo. Due ragazze che si scambiano i ruoli, imprigionate l’una nel corpo dell’altra, in mondi ed epoche diverse: il nostro presente, e un passato prossimo che sembra però lontano anni luce. Non si tratta dei soliti anni Cinquanta, supersfruttati dai tempi di Pleasantville o Ritorno al futuro, né il Medioevo “saccheggiato” fin dai tempi di Uno yankee alla corte di Re Artù di Mark Twain. Piuttosto, i primi anni Quaranta, in vista dell’epilogo del fascismo e della guerra con i loro tragici, tutt’altro che fiabeschi colpi di coda.

Jessica: sedici anni, jeans a vita bassa, irrequieta, disordinata, cellulare dipendente. Una teenager come tante.Beatrice: coetanea di Jessica, studiosa e assennata, ligia ai regolamenti di casa; guai a presentarsi in ritardo a cena, guai a saltare una lezione a scuola. Anche lei, in fondo, una teenager come tante.

Impossibile? Tutt’altro, se si considera che Jessica vive nel 2010, mentre Beatrice è un’adolescente nell’Italia fascista degli anni Quaranta.

Due destini paralleli che s’incrociano un magico giorno d’inizio estate quando, di fronte a uno specchio, i volti di Jessica e Beatrice si scrutano increduli, terrorizzati, un attimo prima che le due ragazzine si ritrovino proiettate l’una nel corpo dell’altra.

Marta Dionisio per quelli che ancora non ti conoscono cosa possiamo dire di te?

Che sono una ragazza normalissima, frequento il liceo, mi piace uscire con gli amici, ora che è estate sto sempre al mare o in piscina. Amo viaggiare, spero un giorno di poter girare il mondo, magari lavorando per la rubrica di un giornale. Ballo la salsa, mi piace leggere i classici della letteratura e visitare i musei, soprattutto di arte antica e rinascimentale. Sono fissata con lo smalto per le unghie, ho paura dei cani e ho una collezione di calamite sul frigorifero.

Prendendo in prestito una citazione famosa?

“L’amore non si manifesta con il desiderio di fare l’amore ma con il desiderio di dormire insieme”

Non è molto famosa, però mi piace tantissimo (da “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, Kundera).

Da qualche mese è uscito nelle librerie il tuo primo romanzo “LO SPECCHIO DI BEATRICE” per la casa editrice Fazi. Prima di tutto complimenti. Ti va di raccontarci come e quando questo romanzo ha preso forma; da quali suggestioni, idee, esperienze?

Ho iniziato a scrivere qualche anno fa, la prima stesura è durata tre-quattro mesi. Per questo libro devo molto a mia nonna, che fin da quando ero piccola mi raccontava aneddoti sul periodo della guerra, quando aveva la mia età. Le sue storie mi hanno sempre affascinata, perché la vita di allora era totalmente diversa da oggi (mi divertiva soprattutto il fatto che due ragazzi non potessero uscire insieme senza un parente che li seguisse). Così ho deciso di prendere appunti e segnarmi le varie vicende e situazioni, e ho iniziato a lavorarci su. Per quanto riguarda la vita di Jessica nel 2010, mi sono ispirata alle vicende quotidiane della Roma di oggi.

Jessica e Beatrice come le descriveresti?

Jessica è una “figa”. E’ spigliata, spensierata, piena di vita, sempre pronta a divertirsi, con la borsa all’ultima moda, non vede l’ora di conoscere nuove persone e di uscire con i ragazzi. E’ però un personaggio dinamico, e nel corso della storia si dimostra altruista nei confronti delle persone a cui tiene. Beatrice è totalmente l’opposto: seria, studiosa, niente trucco né scollature, sempre obbediente ai regolamenti imposti dalla famiglia. Questo finchè, nel 2010, non impara a divertirsi anche lei, fino a diventare più frivola e sgallettata della Jessica delle prime pagine.

Paragonandole a te quanto di loro ti assomiglia?

Diciamo che c’è qualcosa di me in entrambe. Da una parte, come Beatrice, sono molto studiosa, vado bene a scuola, ho sempre rispettato la mia famiglia e aiutato in casa. Il mio lato-Jessica invece ama divertirsi, uscire con gli amici, andare al cinema, ballare, fare shopping e seguire la moda.

La scrittura cosa rappresenta per te?

Per me scrivere è un momento magico in cui entro in un mondo che appartiene solo a me e che funziona come voglio io. Scrivere questo romanzo è stata una bellissima avventura, in cui ho vissuto in prima persona le vicende dei personaggi.

Quando hai iniziato a scrivere e come sei arrivata alla pubblicazione con una così importante casa editrice?

Fin da piccola ho sempre scritto storie, racconti, diari di viaggio. Questo libro, come ho detto, è nato due anni fa, mentre seguivo un corso di scrittura creativa con Cinzia Tani. Quando le ho fatto leggere il manoscritto mi ha consigliato di mandarlo alla Fazi, e poi non lo so…non mi aspettavo che venisse pubblicato!

Mi sono piaciute moltissime le ambientazioni nell’Italia fascista degli anni Quaranta. In che modo ti sei documentata per renderle così reali?

Devo tutto ai miei nonni e ai loro racconti sulla guerra. Loro sono di Civitavecchia, che è stata bombardata nel ’43. Perciò, anche se la città in cui vive Beatrice non viene mai nominata, è come se avessi parlato di un fatto storico vero e proprio, che i miei nonni ricordano benissimo. Anche i costumi, le usanze e i vestiti vengono dal mio blocchetto di appunti presi durante i racconti dei miei nonni.

Il rapporto con lo specchio; che unisce le diverse dimensioni, che confonde, sostituisce…come ti è venuto in mente?Mi ricorda un pò il viaggio di Alice attraverso lo specchio, ma in una dimensione reale del nostro mondo.

Molti mi chiedono se abbia preso spunto da Alice, ma non ci ho minimamente pensato. Mi serviva un escamotage per collegare le due storie, per mettere a diretto confronto le protagoniste. Lo specchio permette a Jessica e Beatrice di guardare la propria vita dall’esterno: attraverso lo specchio magico del bagno non si riflettono più, ma imparano a riflettere su se stesse e sul loro modo di vivere.

Posso immaginarlo, ma te lo chiedo lo stesso, come ti senti ad aver realizzato il tuo sogno?

Provo mille sensazioni diverse, sono contenta, emozionatissima, ogni volta che vedo il mio romanzo in libreria mi metterei a saltare e a dire a tutti che sono io l’autrice. Però forse non ho ancora realizzato fino in fondo: mi capita di svegliarmi la mattina e chiedermi se è tutto vero, perché è successo tutto così velocemente ed è una cosa bellissima.

Stai già scrivendo qualcosa di nuovo?

No ma mi piacerebbe. Ormai mi sono affezionata alla mia Jessica, magari può fare qualche altro viaggio nel tempo…

Sarebbe ottima come idea.

Piccola scrittrice, Elena Cecotti

Elena Ceccotti ha 17 anni, abita a Vizzolo Predabissi e frequenta il quarto anno di liceo classico Verri di Lodi.Elena Ceccotti è in procinto di pubblicare il suo primo romanzo: “Dafni e Cloe in Manga Grecia”, da lei stessa illustrato, che le ha permesso di dare libero sfogo alla fantasia e alle sue più grandi passioni: la scrittura e il disegno.

Di cosa parlerò il suo romanzo? Cloe è una ragazzina dal carattere solare, dotata di uno spiccato talento letterario. Dafni è un adolescente irrequieto, dall’enigmatica bellezza lunare e dal temperamento artistico-musicale. Entrambi sedicenni, i due sono gemelli ma non si somigliano affatto. Nati e cresciuti nel Paradiso delle Ninfe, un luogo favoloso svincolato da limiti di tempo e spazio, vengono catapultati nel caotico ventunesimo secolo, in una città frenetica e trafficata, distante dallo splendore dell’antica Grecia, il cui riflesso aveva illuminato la loro infanzia. Ora, infatti, i due giovani sono chiamati a crescere e trovare il proprio posto nel mondo, a partire da un grigio liceo classico, tra professori fin troppo severi, compagne di classe fragili o invidiose, nuovi amici, cuori infranti e tanti sogni… Sogni che si riassumono in un desiderio di amore e libertà espresso da disegni, cartoons, racconti istruttivi tratti dalla mitologia greca. Le avventure di Dafni e Cloe si traducono così nella ricerca dei sentimenti profondi alla base di ogni forma d’arte e di ogni autentica esistenza, dall’antichità ellenica alla contemporaneità, dalla “Magna” Grecia alla “Manga” Grecia.

Il libro  a breve potrà essere acquistabile sul sito della Oge, nel frattempo si possono prenotare le copie scrivendo a dafni.cloe@virgilio.it

Ariel che sapeva volare

Un romanzo indimenticabile, raccomandato da STEPHENIE MEYER, la celebre autrice di “TWILIGHT”: “Ariel che sapeva volare è un piacevole miscuglio tra La casa nella prateria e X-Men: ho sorriso molto leggendolo (tranne per la parte in cui ho pianto). L’ho dato a mia mamma e l’ho letto ai miei figli. E’ davvero un libro per tutte le età! Preparatevi: vi toccherà il cuore.” Stephenie Meyer

“Essere nient’altro che te stesso in un mondo che fa di tutto, giorno e notte, per renderti come tutti gli altri, significa combattere la battaglia più dura che un essere umano possa combattere. Non smettere mai di lottare.”: con questa suggestiva citazione del poeta E. E. Cummings, si apre l’indimenticabile storia della piccola Ariel, la cui lettura difficilmente potrà essere interrotta, se non per riprendere fiato.

Una ragazzina “diversa” e speciale perché Ariel sa fare qualcosa che non appartiene a nessun altro al mondo: volare. Non può farne a meno, volare la riempie di gioia, oltre al fatto che le risulta facile e naturale come respirare. Ma in una piccola comunità avere delle qualità fuori dall’ordinario non è certo cosa da sbandierare. Ed è così che Ariel viene educata: a reprimere ciò che è, per sembrare come tutti gli altri, pur correndo il rischio di sollevare sospetti e diffidenza per il suo spirito solitario. E infatti la cosa difficile per Ariel è farsi degli amici, perché considerata da tutti come una “strana”. E i suoi genitori non hanno nessuna intenzione di tollerare questa faccenda, in un ordine di cose che non può e non deve essere messo in discussione con simili stramberie…
Quando il segreto di Ariel sarà scoperto da tutti, per lei e “per il suo bene” ci sarà l’affidamento a delle forze speciali governative, che si prenderanno cura di lei. Ariel verrà portata in una scuola di massima sicurezza pensata e organizzata appositamente per ragazzini come lei, con abilità superiori. In quella che sembra un’accademia per giovani geni, un’utopia, un luogo magico e ideale per tutto ciò che c’è di più speciale sul nostro pianeta, fa amicizia con uno straordinario gruppo di ragazzini. Ma le apparenze celano qualcosa di misterioso e inaspettato… Ariel scopre presto che il prezzo da pagare è altissimo. Per tutti. Troppo alto.
Un romanzo dove niente è quello che sembra e dove si impara a lottare per essere se stessi. L’esordio di una grande sceneggiatrice cinematografica, l’indimenticabile racconto di sfida, amicizia e coraggio di una ragazzina che sa, che vuole, che deve volare.
Traduzione di Silvia Cavenaghi. Età: + 11 anni