Speak.Le parole non dette.

Fatevi una domanda: se smetteste di parlare quanto tempo sarà necessario prima che qualcuno se ne accorga? Un’ora. Un giorno. Una settimana. Un mese. O un intero anno scolastico. Nel frattempo potete rispondere si o no alle domande, dire il vostro nome. Ma questo è forse parlare?

Una ragazza nella sua stanza si dipinge la labbra come se fossero sigillate da del filo spinato. Un segreto le resta chiuso nella gola. La gola le fa male.

 E’ il primo giorno di scuola, il pulmino sbuffa davanti la fermata di casa. Melinda Sordino è il nome della ragazza, ma tutti la chiamano Spia perché durante una festa è stata lei a chiamare la polizia e alcuni sono stati arrestati. Gli sguardi sono cattivi, così come la parole che le poche persone che non la ignorano le dicono. A casa la situazione non migliore. Non resta che nascondersi sotto le coperte, immaginandole come un rifugio inviolabile, chiudersi nell’armadio per sfogare la rabbia, o creare un mondo fatto di alberi negli scantinati della scuola. Un’altra soluzione è entrare in ospedale, fingersi ammalata per tentare di riposare.

Ma i ricordi corrono, raggiungendola ovunque si trovi. Il silenzio urla disperato in assoluta solitudine. Nessuno capisce. Nessuno. Come spesso accade è l’arte ha mostrare il primo spiraglio di luce.

Con l’arte puoi utilizzare ciò che ti ferisce per creare qualcosa di nuovo. E sarà proprio un professore ribelle, un vero artista che odia dare i voti agli studenti ad ascoltare il segreto terribile di Melinda.

Il potere delle parole è questo; nel momento in cui le pronunci le condividi, condividere significa alleggerire il tormento ad esso legato. Quando le parole le ripeti a voce alta sembrano più vere, maggiormente reali se qualcuno le ascolta insieme a te. Durante quella festa, quando Melinda chiamò la polizia, per qualche minuto piovve e fu allora che Melinda inciampò in un tenero bacio, ma la tenerezza scivolò via diventando fango. Melinda non riuscì a urlare perché le tapparono la bocca. Da quella festa ritornò a casa da sola, con le scarpe in mano, il rossetto sbavato e schegge invisibili nella gola custodi di un segreto. In silenzio. Un libro speciale, sensibile,a cui voler bene come ad un amico conosciuto per caso.

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