Sul quotidiano “Il piccolo di Trieste” si parla di Morga.

Questo l’articolo apparso questa mattina sul quotidiano “Il piccolo di Trieste”.

Si intitola ”Morga la maga del vento” il nuovo libro di Moony Witcher, lo pseudonimo dietro cui si cela Roberta Rizzo (autrice della fortunata serie per ragazzi ”Nina, la bambina della Sesta Luna”), che esce domani. Ne anticipiamo l’inizio, per gentile concessione della casa editrice Mondadori. di MOONY WITCHER Rifugio dei Pirossi. Stagione Inveria – 23° giorno dell’anno 500. Temperatura 12 gradi sotto zero. Luna azzurra annerita e luna rossa diurne. Gonfi di disperazione per l’amore perduto e colmi di lacrime che sgorgavano come fiotti di sangue trasparente: così erano gli occhi blu di Morga. Occhi arrossati che mostravano tutto lo strazio che aveva nel cuore. Socchiusi come spicchi, s’illuminarono guardando i primi raggi della luna rossa che si stagliava accanto a quella azzurra e al piccolo sole pallido, incapace di donare la bellezza del giorno. Il cielo di Emiòs annunciava una nuova alba della stagione Inveria e dalle finestrelle quadrate del rifugio dei Pirossi entravano aloni di luce fredda e schermata dalle nuvole cariche di neve. Erano trascorsi pochi giorni dalla morte di Animea, madre coraggiosa e Gestale bellissima, uccisa dalle feroci Sentinelle di Okrad, il Gran Medonio dei Fhar, e la giovane Maga del Vento non riusciva a pensare ad altro. «Mamma, cosa farò adesso senza di te? Dammi la forza per continuare. Dammi ancora il tuo amore che mi faceva sperare» sussurrò affondando le mani infreddolite tra le morbide piume di Wapi. Il Pirossio bianco se ne stava in silenzio, accucciato in un angolo assieme alle Cicobìe, le cicogne dal becco lungo che avevano trainato la Vadria dal cielo di Aurea Nyos fino alla Casa della Bramante Bianca. Wapi allungò il collo appoggiando il becco sul volto di Morga rigato dal pianto. Il rifugio degli struzzi, a pochi passi dalla casa, era un luogo caldo dove i goffi pennuti si riposavano e le femmine adulte covavano le uova. L’allevamento di Eremia andava seguito con regolarità anche in sua assenza e la giovane maga non voleva trascurare gli animali che avevano bisogno di cure e cibo. Morga se n’era andata lì, nella loro tana, per allontanare la malinconia; sentiva il bisogno di tepore per calmare la tensione e distendere i nervi tesi come corde di Corteccia Ciungata. Vicino al suo caro Wapi si sentiva protetta. Anche lui, come lei, era unico e diverso da tutti gli altri. Con le sue piume bianche e il becco che sputava fuoco poteva accogliere la solitudine interiore dell’Imperfetta, era l’amico di tante sfide e sapeva accettare le fragilità della ragazzina che stava affrontando un’altra difficile giornata di lutto. L’irrefrenabile destino correva veloce, portando chissà dove la Maga del Vento e i suoi compagni d’avventura.

Aspetto anche i vostri di commenti su Morga.

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