Incontrando Maurizio Temporin…e Iris.Fiori di cenere.

Buon giorno gentile Maurizio.

Buon giorno. Anche se piove.

Siamo davvero lieti di poterti ospitare nel nostro spazio.

Arredato bene, complimenti. Cos’è, Ikea?

No…no…tutta opera di artigiani italiani.

Presentiamoci ai nostri amici lettori; chi è Maurizio Temporin?

Intanto, non sono io. Cioè, ci sono io e poi c’è Maurizio Temporin, quell’altro, quello che parla facendo bolle di colore, che dice di viaggiare su una sciarpa nello spazio e che gioca a biliardo coi pianeti. Di lui so che è un esploratore, un ottico, uno scinziato, uno scrittore, un’artista, un pazzo. Inciampa nel mondo e si fa inseguire dai sogni. Ha un passato misterioso e un futuro incerto. Lo avvolge il fumo e lo muove la sua ombra. Poi ci sono io, che qualcosa con lui condivido, ma sono più umano e meno interessante.

Ho appena finito di leggere il tuo ultimo romanzo IRIS Fiori di cenere e sono davvero molte le domande che vorrei farti.

Prima di tutto da quali idee e suggestioni ha preso vita questo romanzo?

Le idee sono nate in modo sparpagliato e confusionario, un po’ come normalmente fanno i pensieri. Credo addirittura che risalgano a parecchi anni fa, ma solo recentemente ho capito qual’era il modo migliore (forse) per intrecciarle. Thara per esempio era una ragazza che conoscevo davvero e il suo personaggio è legato a fatti che mi hanno coinvolto in prima persona. Il mondo di cenere invece è qualcosa di profondo e oscuro che credo esista davvero, nell’animo di tutti. E’ un luogo in cui le cose e le persone, per quanto spacciate, continuano ad esitere. E’ un luogo per ricordi non ricordati. L’ispirazione? Il posacenere sulla mia scrivania. I mozziconi, a volte, sembrano palazzi.

Quanta ricerca è stata necessaria per rendere credibile il potere attribuito agli Iris? O è stata la fantasia a galoppare sulle pagine bianche?

Non attribuisco agli iris poteri particolari, è piuttosto Thara che ne sfrutta le proprietà. Comunque credo che l’iris sia un fiore misterioso per davvero, una calamita naturale che non attira solo le api ma anche fenomeni “limite”. Ad esempio, forse è una casualità, forse no, ma è stata la Giunti a voler compare la saga. La giunti è la casa editrice storica di Firenze e il simbolo di Firenze è proprio un Iris. Un iris viola.

E poi, andando a vedere nella mitologia, l’araldo di Era, appunto Iris – Iride, viaggiava fra il mondo degli uomini e quello degli Dei. Un fiore, un’occhio, e un’arcobaleno. La ricerca se mai, la lascio ai lettori, è più divertente.

Cosa possiamo dire su Thara , per quelli che ancora non hanno letto il romanzo?

Thara credo che sia proprio paragonabile a un fiore. Può essere battuta dai venti più forti, ma per quanto il suo aspetto sia delicato, è in grado di resistere pressochè a tutto. Insomma, si piega ma non si spezza. Non vorrebbe saper viaggiare fra i mondi, non vorrebbe soffrire di narcolessia, desidera solo un po’ di normalità, ma non potrà scappare e sarà costratta a prendere in mano la situazione quando la sua vita e quelle delle persone a lei care verranno messe in pericolo.

Che rapporto hai instaurato con i tuoi personaggi durante e dopo la stesura del testo?

Un rapporto costante ma distaccato. Ormai ho disturbi della personalità da diversi anni. Quando creo un personaggio infatti faccio più o meno il lavoro che fa un attore. Mi chiudo nel mio studio e comincio a parlare, a muovermi, come farebbe il personaggio. I miei amici sono abituati e a volte mi danno una mano. A volte si creano anche personaggi pericolosi, da cui è bene stare alla larga. Ludkar ad esempio. E questo lo dico perché alla fine creare un personaggio vuol dire solo togliere da te quello che non vuoi. Il processo è un po simile a quello che Michelangelo affermava sulla scultura, la statua è già dentro al marmo, devi solo togliere quello che c’è in eccesso.

Se dico Fuoco cosa ti viene in mente, cosa puoi aggiungere?

Cammina con me

Se dico Amicizia?

Ce l’ho.

Se dico Amore?

Ce l’ho.

Se dico Nocturno diabolico?

Mi mancava ma poi l’ho scambiato con una figurina di Materazzi senza tatuaggi.

Non so se ci hai guadagnato dallo scambio.

IRIS fiori di cenere è il primo di una trilogia. Hai già in mente cosa accadrà nei prossimi due volumi, con tanto di finale, o lascerai che siano i personaggi a guidarti nelle loro avventure?

Non ho ancora finito gli altri due libri, ma la storia la conoscevo dall’inizio. E’ stato proprio per questo che ho deciso di dividerla in tre volumi. Ho fatto un grande lavoro di struttura prima di cominciare anche solo a buttare giu la prima riga. Nella mia vecchia casa avevo usato un’intera parete per disegnare gli schemi di tutte le azioni della saga, come una grande lavagna. Poi ho cambiato casa e adesso quegli appunti misteriosi sono imprigionati sotto a due strati di vernice.

Circola una succulente notizia. E’ vero che parallelamente al romanzo ci sarà un manga?

Sì, lo stanno realizzando Ana Carlota Pacunayen e Chiara Bracale, due autrici davvero notevoli. Non sono ancora state prese decisioni editoriali, ma il lavoro è a buon punto. Ogni tanto daremo qualche anticipazione nella rete, qualche immagine per tenere viva la curiosità. Se devo dirla tutta, anche io sono semozionato quando vedo la storia di iris trasformarsi sulle tavole.

Cosa rappresenta per te la fantasia e la scrittura?

La fantasia e l’immaginazione non sono la stessa cosa e io credo di conoscere meglio la seconda. Deriva da immagine: vedere la realtà delle cose. E io la rielaboro, per vederla meglio. La scrittura invece credo cha sia una forma concreta che si può dare alla propria anima. Sono convinto, infatti, che la scrittura, l’arte, in generale, sia solo un mezzo (un fine lo è collateralmente) per riuscire a fare l’unica cosa che nella vita conta: conoscere altre persone affini con cui condividere la propria esistenza e cercare di capirsi a vicenda. Evitando di prendere quello che sto per dire come un delirio di onnipotenza, scrivere credo che dia delle qualità sovrannaturali. Cioè ti permette di essere in più posti contemporaneamente, di incontrare attraverso la carta stampata molte più persone di quanto il tempo e le occasioni di una vita possano permettere. Questo è quello che penso. Dall’esperienza che ho avuto precedentemente con “Il tango delle cattedrali” ho incontrato alcune persone meravigliose, con cui sono diventato molto amico e che non avrei mai sfiorato altrimenti. Susanna Scavone, ad esempio, l’ho conosciuta così e mi ha aiutato in modo sostanziale per scrivere “Fiori di cenere”. Chissà in futuro, cosa riserveranno i labirinti d’inchiostro.

La magia di raccontare storie come può essere spiegata?

La nostre vite sono storie. Alla fine gli esserei umani sanno fare solo quello. Esistono solo storie, tutto il resto serve alla trama.

Grazie mille Maurizio. Complimenti ancora per Iris, immagino che non ci svelerai nulla su Nat o Ludkar…neppure una piccola indiscrezione?

Posso farlo, Iris non è certo un caso diplomatico internazionale, ma è un peccato perché volevo usare le ultime righe per dire cosa è successo a Ustica. E’ vero che gli spoiler sono sempre un po’ pericolosi, ma è anche divertente lanciare qualche sasso nello stagno per vedere come si allargano i cerchi. Ti dirò che nel secondo episodio entreranno in scena altri due personaggi che ribalteranno tutta la situazione, personaggi che già nel primo libro sono apparsi nell’ombra. In realtà all’interno di Fiori di cenere, ci sono molti indizi sul futuro della trama che ho nascosto per il gusto dei lettori. Persino la copertina racchiude un enigma. Per quanto riguarda Thara e Nate, ci proveranno in ogni modo ad avere una relazione normale, ma saranno loro stesi ad essere il problema. Credo che una buona storia d’amore debba essere portata all’estremo, proprio come accade nella vita, per dimostrare che se davvero i sentimenti sono così forti, possono resistere al peggio. Quanti mezzi amori abbiamo vissuto e abbiamo visto vivere proprio perché questo non c’è mai stato.

Maurizio Temporin Sito.

2 pensieri su “Incontrando Maurizio Temporin…e Iris.Fiori di cenere.

  1. Ho letto questo libro e mi ha stupito per molti aspetti positivi. Il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca, non per come si conlclude, ma perchè mi è sembrato frettoloso.
    Nel complesso mi è piaciuto.

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